Tutte le nostre etichette sono state disegnate da Antonella e fanno riferimento ad alcuni degli animali che sono o sono stati con noi in azienda; generalmente chi è rappresentato dà il nome al vino.
Di seguito esempi di etichette, anche quelle di vini non più in commercio, o realizzate per occasioni speciali.
La prima etichetta di Piume rappresentava i personaggi del nostro pollaio, da tempo non più esistente.
In armonia con l’altra versione di malvasia Dedica, abbiamo ultimamente portato in etichetta la nostra siamese bianca Molecola.
La malvasia macerata “Dedica” ha in etichetta la nostra orientale nera Medea, detta Dedica, o Deda.
Il vino viene lasciato sulle bucce sino ad Halloween e lei vi è rappresentata in ambiente appropriato per l’occasione. La notte buia è rischiarata dalla luna piena e dalle rose, delle quali il vino ha il profumo, durante la fermentazione.
Il puntino sulla i è un piccolo pipistrello.
Nina, la nostra piccola cagnetta, dà nome e volto al pinot nero versione “meno impegnata”, in solo acciaio. Questa etichetta è stata premiata alla triennale di Milano dalla regione Lombardia per un concorso di packaging nell’ambito di Food Design.
Quelle del bonarda e barbera sono state le prime etichette ad essere realizzate, e vi si vedono Martina e Matilde, le nostre gatte “storiche” che ci hanno seguito da Milano a qui, con un grappolo dell’uva da cui si ricava il al vino.
“La Strega, la gazza e il pioppo” (quasi un titolo) è l’etichetta del barbera in barrique.
Morgana (detta la Strega) è nata nel 1991 ed è sempre stata una gatta libera e una formidabile cacciatrice. Ma tutta la sua agilità e furbizia non sono valse a nulla per raggiungere il nido della gazza (della quale ricorda i colori), troppo inaccessibile nell’alto del pioppo in cortile. Morgana lo guardava spesso con malcelato desiderio. Adesso troverebbe nidi di gazze ovunque.
Il “Ghiro rosso d’inverno” è il nostro bonarda in barrique. Mentre venivano create tutte le varie etichette, a Raimondo era stato promesso un posto su quella di un vino particolarmente “importante”. Così è stato quando, nel 1993, abbiamo pensato a questa versione del nostro prodotto più rilevante.
Ghiro è il soprannome di Raimondo, che una volta, quando possibile, amava poltrire sino a tardi.
La Martilde ha contribuito a cancellare questa inclinazione, ma il nomignolo è rimasto nel tempo. Ed eccolo che dorme profondamente, con accanto la nostra gatta Martina e un bicchiere del vino a lui dedicato.
“Zaffo” è il nome del cavallo nero qui rappresentato davanti alla sua scuderia, uno stallone murgese vissuto con noi per quasi 20 anni e un compagno impareggiabile.
Il vino è la bonarda in botte grande.
“Diluvio” è il figlio di Zaffo, qui un puledro con la sua mamma .
Il vino era un barbera in botte grande, non più in produzione.
Sul bianco IGT c’è Gelo, il nostro pastore maremmano. Gelo non è più con noi, ma è stato un cane fantastico, che abbiamo molto amato. Era molto bello, somigliante ad un orso polare, e soprannominato “testa piatta”. Questo vino non è più prodotto.
L’etichetta della Bonarda vivace è basata sull’idea di dare rilievo al protagonista dell’etichetta, così da poterla eventualmente aggiornare e variare nel tempo; Gianna, la nostra mastinessa spagnola (all’epoca molto giovane), è rappresentata in diverse versioni. Ovviamente il vino è lo stesso.
La Bonarda vivace non è al momento in produzione.
“Mantissa”, il rosso IGT, ha in “copertina” l’omonima gatta (una siamese blu point), con sullo sfondo la tavola delle mantisse dei logaritmi, con le quali condivide il nome.
Il vino, un uvaggio bordolese, non è attualmente in produzione.
“Pindaro” è il nome del gatto venuto con noi da Milano, insieme a Martina e Matilde, purtroppo morto molto giovane.
Un siamese cioccolato, sull’etichetta c’è un ricordo dei suoi occhi azzurri e dei colori predominanti del suo musetto.
Il vino era un oltrepò pavese rosso, in botte. Attualmente non più in produzione.
Per “Sportello”, un fantastico e innovativo ristorante di Boston, la cui proprietaria Barbara Lynch e la wine director Cat Silirie sono molto amanti dei gatti.
I due qui raffigurati sono Manfredi e sua sorella Medea, quest’ultima in versione marrone, per riprendere i colori tema dell’elegante design del locale.
L’etichetta a sinistra era stata creata appositamente per il Mandarin di Boston, che aveva voluto qualcosa “senza animali”. Per un cambio di management, non è poi stata adottata.
A destra invece l’ etichetta che era stata creata appositamente per il Mandarin di Boston, che aveva voluto qualcosa “senza animali”. Per un cambio di management, non è poi stata adottata.